C’è una parola italiana senza eguali al mondo: fantascienza, che meglio
dell’originale inglese (il banale science fiction, ripreso pari pari in
Francia e Germania) e dei suoi calchi spagnolo e portoghese (ciencia
ficcíon e ficçao científica) illustra uno stato della mente, più che un
genere. Anzi, genere fino a non molto tempo fa era parola grossa per
quella che veniva considerata letteratura di infima serie, buona per le
masse ruspanti. E questo nonostante vantasse nobilissimi precursori, dal
Luciano di Samosata che nel 150 varca le Colonne d’Ercole e viaggia nel
Cosmo con Storia vera, all’Ariosto il quale nel 1532 spedisce Astolfo
sulla Luna in cerca del senno dell’Orlando furioso, fino al Savinien
Cyrano de Bergerac (sì, proprio l’ispiratore di Rostand), che nel XVII
secolo pone con i suoi racconti fantastici le fondamenta delle moderne
costruzioni letterarie.
Di questo e molto altro parla Guida alla
letteratura di fantascienza (a cura di Carlo Bordoni, Odoya, 656 pagine,
26 euro), volume made in Italy che alle 14 viene presentato al Palazzo
dei Congressi, nella giornata finale di Più libri più liberi (plpl.it),
dal curatore e da uno degli autori, Claudio Asciuti.
In trenta lemmi, da
Alieni a Viaggi nel tempo, passando per Cyberpunk e Universi paralleli,
i sei autori (oltre a Asciuti e Bordoni, Domenico Gallo, Riccardo
Gramantieri, Giuseppe Panella e Gian Filippo Pizzo), fotografano le
trasformazioni di un genere che, scrivono nella prefazione, «è occasione
di conoscenza, critica sociale, riflessione sul futuro dell’uomo, e
dunque sul suo presente e sul suo passato».
(di Piero Santonastaso) continua a leggere